Questa settimana vi scrivo del mio tardivo approccio con Zerocalcare, e dell'amore che ne è nato.
I fumetti sono un mezzo comunicativo potentissimo che mi ha sempre attirata e in realtà non c'è un motivo preciso per cui non avessi ancora letto Zerocalcare, semplicemente è capitato. Ma… come si dice? Meglio tardi che mai!
Ciao, buona giornata!
Gabri
“La profezia dell'armadillo” - Zerocalcare
«Si chiama profezia dell’armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.»
"La profezia dell'armadillo", prima opera di Michele Rech, è una graphic novel geniale che, con una ironia cinica e disarmante. Racconta di un giovane fumettista di Rebibbia (Roma) che si trova a fare i conti con la tragica scomparsa di una sua amica d'infanzia, nonché primo amore mai dichiarato. Tra ricordi, scene di vita quotidiana, paranoie e lavori precari, l'autore mette insieme un libro divertente ma malinconico, ironico e nostalgico.
L'armadillo, amico immaginario con cui il protagonista (Calcare, alter ego dell'autore) rappresenta la coscienza che, con la propria corazza impenetrabile consiglia e conforta, alimentando paure e ossessioni, è una rappresentazione potentissima delle ansie e delle manie.
Uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente del libro è la capacità dell'autore di raccontare con semplicità la vita quotidiana e le emozioni. Le varie porzioni di storie sono piccoli mondi a sé stanti che fanno ridere molto ma che, una volta unite tutte insieme nella macro storia che compongono, ti lasciano un retrogusto dolceamaro.
La vignetta che ho trovato più evocativa e che mi ha colpita di più è sicuramente quella a pagina 106 della mia edizione, in cui l'armadillo di Calcare e il mostro di Camille restano fuori dalla stanza in cui i ragazzi dormono, per una volta liberi dalle proprie fobie. È anche un colpo al cuore, perché rende perfettamente l'idea delle differenze tra i timori dei due giovani e fa capire meglio di mille parole l'abisso in cui si trova la giovane Camille.
Una graphic novel che riesce, a mio avviso, a psicanalizzare una generazione intera con l'arma dell'ironia, un po' come fece Villaggio con Fantozzi negli anni '70, introducendo la persona che legge a riflettere sul lutto, la depressione, l'anoressia, i rimorsi, i rimpianti, le paranoie, il disagio, le piccole e grandi paure... Il fumetto è un'arma comunicativa potentissima che Rech padroneggia alla grande.
Il mio voto nel 2024: 10