Alice girava e rigirava nervosamente la fede attorno all'anulare sinistro. Continuava a portarla, forse per abitudine o, forse, per l'incapacità di accettare che il suo matrimonio fosse finito dopo venticinque anni e tre figli.
Seduta nella sala d'attesa di uno studio legale, rifletteva sui recenti accadimenti nella sua vita:
- Che poi - pensava - a 53 anni, sono ancora giovane, mi curo, sono una bella donna. Gli ho dato tutto il mio amore, la mia giovinezza, tre figli! Come se questi anni insieme non contassero più nulla. Via, cancellati con una scopata con la prima gatta morta che gli ha fatto un sorriso. Povero cretino! È innamorato, lui! A 59 anni si innamora di una con vent'anni in meno, e ha il coraggio di chiamarlo amore, il coglione! Quando capirà che "quella" sta solo cercando di sistemarsi e fare la bella vita con i suoi soldi, si sveglierà. È sarà un brutto risveglio! Cretino... provasse a tornare indietro: a calci in culo lo prendo! Per fortuna ho il mio lavoro, sono una donna indipendente -
<<Signora Valenti, si accomodi, l'avvocato l'attende>> le disse la segreteria.
Carola portava i suoi quarant'anni con disinvoltura. Piaceva e si beava degli sguardi e degli apprezzamenti degli uomini.
Quando aveva conosciuto Bruno - così affascinante, potente, sicuro di sé - non aveva avuto nessuna remora nel buttare all'aria il suo matrimonio, due figli (undici e nove anni) e trasferirsi con lui dalla provincia di Cuneo a Torino.
Aveva lasciato ad Enrico un biglietto, il giorno dopo quella tremenda litigata seguita alla confessione del tradimento:
<<Vado a vivere con Bruno, mi trasferisco a Torino. Mi spiace ma te l'ho detto: non ti amo più!>>
- Sono un'egoista - pensava tra sé e sé - ma non riesco a sentirmi in colpa. La casa, la famiglia, i bambini... mi sento in trappola, voglio tornare libera. Enrico pensa che perché sono a casa passi il tempo a fare nulla. Ma è stato lui a volere che smettessi di lavorare, dopo la seconda gravidanza. Anni di privazioni e sacrifici per me. Non mi sono mai lamentata nemmeno per il martedì e il giovedì sera a calcetto con gli amici. Con Bruno sarà diverso - è un dottore, mica un impiegato sfigato come Enrico - lui mi ama, mi desidera. Conoscerò gente nuova, sarò libera da questo piccolo mondo di bigotti che mi guarda con disprezzo, dagli sguardi invidiosi di quelle mamme insipide, che mi parlano dietro perché mi vesto sempre con cura e non esco mai di casa struccata. Megere, invidiose e sciatte! Sarete contente anche di questo. Avrete di che parlare! -
<<Sono sotto che ti aspetto, scendi>>, le scrisse Bruno in un messaggio.
A cinquantanove anni e con una brillante carriera da cardiologo in tasca, Bruno si era sentito come se la giovinezza gli fosse sfuggita di mano all'improvviso. A casa nessuno sembrava interessarsi davvero a lui; i figli, soprattutto i gemelli, lo consideravano più che altro un bancomat.
- Li abbiamo educati male questi ragazzi - pensava - sanno solo pretendere. I gemelli si sono parcheggiati all'università senza combinare nulla, mentre io alla loro età sgobbavo sui libri e mi davo da fare con dei lavoretti; la piccola, invece, vive in un mondo a parte, con il cellulare sempre in mano. Per lei nemmeno esisto.
Alice, mi sono innamorato di un'altra. Voglio sentirmi di nuovo vivo, desiderato, amato. Tu mi hai trascurato, esistevano solo i figli e il lavoro per te. Non hai mai voluto rinunciare al tuo lavoro: io ti volevo a casa, non volevo una donna in carriera stressata e indifferente a tutto il resto. Sei fredda, una macchina che fa mille cose, ma non ha più sentimenti. Carola mi fa sentire vivo: mi guarda adorante, mi sento un dio con lei. È bella, sexy, e a letto è una bomba. Mi sembra di avere di nuovo vent'anni. -
<<Eccomi Bruno, amore, ho solo 2 valigie. Mi aiuti?>> gli chiese Carola aprendo la portiera dell'auto.
Enrico, responsabile dell'ufficio contabilità di una grande azienda, non era un uomo ricco ma in quattro con il suo stipendio ci si viveva comodamente. I suoi amici lo invidiavano: un buon lavoro, una bella moglie con cui faceva ancora l'amore e che non rompeva i coglioni per il "giovedì-calcetto", due bravi bambini con bei voti a scuola e un'amante - Lucia, una giovane collega - con cui Enrico tradiva sua moglie tutti i martedì, da circa cinque anni.
Enrico amava essere invidiato, sentirsi libero di fare ciò che voleva senza alcun freno, e vantarsi delle proprie performance sessuali con gli amici.
Il tradimento della moglie proprio non se lo aspettava, la credeva devota al suo ruolo di angelo del focolare, quella bella moglie con la testolina vuota.
- Quella stronza ingrata se n'è andata con il professorone... vedremo quanto resisterà quell'altro! Non doveva farmi questo: lasciarmi da solo con i bambini! Ho dovuto pure mettermi in casa mamma! Cosa racconterò in giro? Di certo non posso rovinarmi la reputazione e passare per cornuto. Porca puttana! Non posso continuare a tenere mamma qui. Se la cretina non torna mi toccherà far conoscere Lucia ai ragazzi. -
*immagine presa dal web